
Quand’è che la musica elettronica diventa musica dance? E quand’è che la dance elettronica diventa Intelligent Dance Music? Verrebbe da rispondere quando ha un ritmo che ingoia armonia e melodia e quando quel ritmo diventa messaggio oltre che mezzo. La dance intelligente, o IDM, resta musica elettronica e resta musica dance, musica che puoi ballare, musica pensata e fatta appositamente per il dancefloor, ma assume un senso e un significato altro al di fuori del dancefloor. Anzi, spesso non viene nemmeno presa in considerazione come intrattenimento danzereccio perché ha strutture troppo ostiche per consentire l’obliterazione dell’attenzione richiesta. È un po’ la stessa domanda che si ponevano studiosi di estetica quando si chiedevano se e come il disegno tecnico potesse diventare una forma d’arte, al di là del suo significato eminentemente funzionale.
Rian Treanor, ora giunto al suo secondo album, è figlio della tradizione elettronica di confine. Figlio della musica della Sheffield elettronica di fine anni ’80, di Autechre e Orbital e il catalogo Warp in generale, ma anche e soprattutto figlio in senso biologico di Mark Fell, che di quella scena è stato uno dei protagonisti. Con questo File Under Uk Metaplasm, Rian Treanor si chiede dove potersi spingere con ritmi e sample, e si risponde con un disco tanto ambizioso quanto ben riuscito, per certi versi gemello e complemento di Workaround di Beatrice Dillon, uscito a inizio 2020 per PAN. Se Beatrice Dillon ha studiato le potenzialità ritmiche quasi da un punto di vista generativo e combinatorio, partendo da un bpm fissato a 150 e divertendosi a manipolare strutture ritmiche e melodiche attorno a quella costante, Rian Treanor cerca in tutti i modi di sfondare quel tetto, di raggiungere il limite estremo dei bpm prima che diventino rumore.
L’idea di esplorare i limiti del ritmo gli è venuta dopo aver preso parte al Nyege Nyege Festival, un rave ormai mitico organizzato dalla stessa etichetta africana in Uganda: lo scopo è quello di far sposare la techno europea con il singeli, ossia la musica da ballo iper-veloce tanzaniana che nasce da ibridazioni tra gabber e kwaito (l’house sudafricana) e che si assesta tra i 200 e i 300 bpm Il risultato non è molto dissimile dalle Possible Musics di Jon Hassel e dal suo concetto di Quarto Mondo: un mondo che unisse la musica di un mondo che sembra quasi vivere in un futuro alla Blade Runner e il mondo primitivo di chi ancora produceva musica tribale. Già l’iniziale “Hypnic Jerk”è un manifesto di quel programma, con scratch, glitch e nick su un tappeto loop ritmici forsennati quanti ipnotici. “Vacuum Angel” sembra rallentare, ma in realtà il tempo lo dilata soltanto in una sincope ondivaga. “Mirror Istant” è forse la traccia che più di ogni altra si lega al catalogo Warp, con un basso pulito, pesante e fendente che vorrebbe prendere il sopravvento sul resto, ma che sistematicamente viene ovattato da un manto quasi tribalista. La sospensione in perfetto equilibrio tra ritmi tribali e sinteticità occidentali continua per tutto il disco, fino all’apoteosi di “Metaplasm” che per qualche minuto ti porta nel catalogo PAN: il metaplasmo è la pratica di generare nuove parole aggiungendo, sottraendo o mutando alcune lettere o fonemi di una parola esistente, e è lo stesso meccanismo che per esempio qualche anno fa ha usato James Hoff su Blaster. Anche Rian Treanor cerca di costruire un nuovo linguaggio attraverso mutazioni a catena su elementi di linguaggi già esistenti e lo fa mantenessi al di qua del rumore: ogni traccia di File Under Uk Metaplasm è estrema, ma sa fermarsi un attimo primo di cadere nell’estremismo radicale del caos senza significato. James Hoff partiva da rumori e li rendeva messaggio, Rian Treanor parte da messaggi e li velocizza, li filtra, li deforma portandoli a un bpm di distanza dall’assenza di significato.
File Under Uk Metaplasm è un disco che prima ti fa venire voglia di ballare anche se detesti ballare, e poi ti fa passare la voglia di farlo perché attira la tua attenzione con della musica che nonostante sia elettronica, nonostante sia musica da ballo, è soprattutto musica da ascoltare con attenzione e che sarebbe davvero un peccato limitare a una funzione soltanto pratica.