
Appare abbastanza evidente per chiunque voglia prestare attenzione che il 2020 il numero di produzioni di elettronica sperimentale e di ambient è aumentato in modo quasi esponenziale. Questo anche perché l’ambient è forse il miglior linguaggio per parlare dell’anno distopico appena passato, e anche la migliore strada per creare almeno l’illusione di una via di fuga. Tra le produzioni recenti si trovano diversi dischi che cercano sempre di più di raccontare il quotidiano, in qualche sua accezione o sfumatura: la colonna sonora postuma per un vecchio film muto di People on Sunday di Domenique Dumont, la cangiante e multiforme vita di Lagos sul sontuoso Beyond the Yellow Haze di Emeka Ogboh, la personalità che si fluidifica sempre di più in un io complesso in Because of a Flower di Ana Roxanne e la malattia e guarigione di Mia Gargaret di Gia Margaret, e tra un mesetto il racconto di un’esperienza al nuovo listening bar di Tokyo Studio Mule realizzata da Lawrence. (Birds on the Playground, in uscita a marzo).
La musicista giapponese di stanza a Melbourne Ai Yamamoto ha sempre usato la musica per dare voce alle sue idiosincrasie, al suo vissuto e il suo quotidiano. L’ha fatto nel primo disco a suo nome, Euphonious, pubblicato da Bus nel 2005 (e ristampato in versione rimasterizzata da Room40 due anni fa), e su Going Home 帰郷 lunga traccia pubblicata nel 2019 dalla losangelina Dragon’s Eye Recording, dove cerca di raccontare il suo ritorno a casa, nel piccolo paese di Shizumu, nella contea di Nara in Giappone. Su questo nuovo Pan de Sonic– Iso racconta la sua quotidianità, ormai quasi ciclica e ricorsiva come in Groundhog Day, a causa della pandemia e della segregazione coatta cui siamo tutti più o meno costretti.
Ai Yamamoto ha cercato di raccontare e comprimere in un disco una sua giornata in isolamento, dal risveglio di mattina presto all’ora del sonno, passando per le routine mattutine, del primo e tardo pomeriggio e serali, e l’ha fatto cercando, anzi, riuscendo a soddisfare le direttive di Brian Eno per l’ambient: una musica che sia al tempo stesso tanto interessante quanto un sottofondo da trascurare mentre fai altro.
Rispetto a altre sue produzioni, tipo Possa’s revenge (Industrial Culture Records, 2007) e Shoushi (2000), caratterizzate da un dualismo che è quasi una schizofrenia sonora divisa. tra dark ambient e un’ambient più soffice e lenitiva, Pan de Sonic – Iso è più compatto, anche perché qui Ai Yamamoto intende raccontare uno stato d’animo che si sforza di restare lieve, nonostante le tante restrizioni, che forse riscopre la bellezza dei piccoli gesti e dei piccoli rituali nascosti nella quotidianità. Quotidianità che viene resa mediante una presenza massiccia ma mai invadente di samples e field recordings: sveglie, podcast, chiacchiericci di bambini, tazze che vengono usate, lavate, riposte, animali che manifestano la loro esistenza, passi, dita su tasti, lavatrici, aspirapolveri, fino alla ninnananna finale. Una giornata, se non ventiquattro almeno sedici ore racchiuse in trenta minuti avari, sebbene poi quei trenta minuti girino intorno a un perno: la bellissima e avvolgente “Evening Night Fall – Fire, cricket, wine glass etc.,” come a sottolineare che l’unico momento del mondo come lo conoscevamo che è rimasto invariato, è quello della fine del giorno, la sera, quando spengi tutto, preoccupazioni e stanchezza, e ti prepari a ricominciare tutto daccapo dopo un sonno rigenerante.
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