
Curioso vedere come Carmen Villain, partita da un indie-rock piuttosto canonico con Sleeper nel 2012, sia arrivata qua dov’è arrivata ora in questo splendido Only Love from Now On. La prima decisiva sterzata era avvenuta quasi subito, cioè col secondo album Both Lines are Blue, e un’altra sterzata, in direzione di un’ambienta più matura, sebbene ancora spuria, era avvenuta l’anno scorso con il suo contributo alla serie di “quadretti invernali” per Geographic North con l’ep Sketches for Winter IX – Perlita: quelle sonorità invernali gentili e avvolgenti di “Everything without a Shadow” e quelle prime melodie per flauto di “Agua Azul” ora trovano un compimento e uno sbocco preciso e programmatico.
Se il tema del precedente ep era dichiaratamente l’inverno, il tono predominante su Only Love from Now On pare essere un certo esotismo noir, suadente e sinuoso. Fin dalla doppietta iniziale, “Gestures,” con la tromba di Arve Henriksen, che trasforma le iniziali battute marziali in un jazz quartomondista che perfeziona certe intuizioni di Jon Hassel innestandole in un dub di sottofondo, e “Future Memory” che riprende il dub della traccia precedente e lo usa per sorreggere un jazz futuristico e malinconico.
Il dub prende tutto il campo nel breve intermezzo onirico “Liminal Spaces,” introduzione per la lunga, splendida title-track, traccia che nasce dalla sovrapposizione di due temi improvvisati al flauto bansuri da Joanna Scheie Orellana, un’ode di otto minuti che è un condensato in forma più calda e umana di Promises di Floating Points.
Tutto il disco si regge su due pilastri: da una parte il dub, elemento che per Carmen Villan “crea quel groove solido che rende possibile una totale libertà,” dall’altro la combinazione di elettronica sintetica e suoni analogici per mezzo della “sintesi granulare,” tecnica di campionamento che manipola elementi acustici. Le spezie di jazz spirituale e quarto-mondista date dalla tromba di Henriksen e dal flauto di Joanna Scheie Orellana sono legati insieme in una zuppa dub, vero collante che riguadagna la scena sulle ultime tre tracce, “Subtle Bodies,” “Silveta” e “Portals” che mescolano stilemi kosmische, field-recordings, ambient e downtempo.
Only Love from Now On è il disco della presa di coscienza di sé: qui Carmen Villain dimostra di aver raggiunto una completa e raffinata proprietà di linguaggio con i codici dell’elettronica e della musica ambient, del dub e delle varianti più contemporanee e contaminate del jazz. Sono curioso di sapere quali vette raggiungerà in futuro, ma intanto non riesco a fare a meno di ascoltare a ripetizione questo piccolo gioiello.