
Pubblicato dalla giovanissima etichetta inglese Injazero, nata nel 2015 per produrre e promuovere musica classica contemporanea, avant-ambient e nuove tendenze dell’elettronica, Volutes del duo sperimentale formato da Christine Ott e Mathieu Gabry Snowdrops rappresenta forse al meglio il programma di quest’etichetta. Un duo che forse dirà poco a tanti, ma almeno una metà del duo ha avuto i suoi quindici minuti di fama pop: Christine Ott, oltre alle esperienze nella musica classica con Yann Tiersen, è stata già collaboratrice con i Tindersticks (nelle colonne sonore di 35 Shots of Rum e Les Salaudes) oltre che nel gruppo post-rock francese Oiseaux-Tempêtes,. Duo che in questo disco spesso diventa un trio con l’aggiunta della violista Anne-Irène Kempf.
La particolarità di questo Volutes però è data da Christine Ott, qui non solo al piano ma soprattutto all’Ondes Martenot, strumento che vuole essere una sorta di evoluzione a tastiera del già più noto theremin. “Trapezan Field,” già uscito come singolo, è un continuo dialogo tra una melodia al pianoforte e le onde, frequenze e glitch dell’Onde Martenot che portano quella melodia in un altrove alieno e bellissimo, fino a farla incontrare con poche note di viola che si confondono col tessuto ormai sfilacciato e dilatato di suoni. In poco più di sei minuti la traccia cambia aspetto almeno tre volte. “Ultraviolet” inizia come un pezzo che potrebbe essere quasi new age, ma pochi secondi e un battibecco tra viola e onde martenot ti portano di nuovo in un mondo alieno.
La splendida “Odysseus,” vero punto nevralgico del disco, riprende alcuni temi già presenti nelle altre tracce e le fa evolvere, per poi trascinarsi in un dialogo tra viola e piano che però è un puntello che ancora una volta sorregge le scorribande di rumori, glitch, frequenze e onde sonore. Gli strumenti classici passano sullo sfondo, in perfetta sintonia col ribaltamento di ruoli sempre più frequente nelle avanguardie contemporanee, dove si usano percussioni per creare melodie e impasti vocali per creare tessuti armonici.
Anche se a volte suona più come un esercizio e una dimostrazione di quante cose si possono fare con onde e frequenze, Volutes finisce per essere una delicata collezione di composizioni in perfetto equilibrio tra elettronica, musica classica e ambient. Christine Ott è un’autentica alfiera dello strumento: già quest’anno ha pubblicato Chimères (pour ondes Martenot), da cui qui è stata ripresa “Comma,” in due variazioni strategicamente poste in apertura e chiusura. Ott e gli Snowdrops stanno dimostrando che uno strumento così strano, tecnico, particolare e per questo affascinante, non è da relegarsi ai territori della musica colta (Edgar Varèse, Oliver Messianen), né a utilizzi marginali nella musica popolare (viene in mente Jonny Greenwood dei Radiohead del loro periodo XL), ma può trovare un posto di preminenza in certi territori ibridi contemporanei, a metà strada tra elettronica e ambient.
