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I thought Jenny Gillespie Mason had shut down her label Native Cat in early 2020, after releasing a handful of really beautiful albums, including Luke Temple’s excellent Both-And. I was hoping, however, that she was not donezo with her project SIS, and luckily here they are!
Gnani is a minimalistic ep, reduced to the bone, in the sense that Sis here are no longer the group of the previous two albums (Euphorbia and Gas Station), Gillespie does almost everything by herself: she has fished out some old keyboards, plugged them to an Ableton, recruited Doug Staurt and Brijean Murphy to get them add some bass and percussion, and in the comfort zone of her home in Berkeley she has crafted six tracks of perfect, mildly psychedelic synth-pop. If Sis were a West Coastian (i. e. Beach Boys-ian) version of sophistipop, Gnani is an eighties version of the open, fluid and warm West Coastian sound.
The beautiful “Flowers in Space” could come out of some Pet Sound session, but has a sound that is anything but vintage, or retro, and is enriched by soft synth touches and by the elegant Brijean Murphy’s percussion carpet. “Light is There” is a variation on David Byrne’s deconstructed art-pop and ends up somewhere close to the sexy and mellow electronic pop of british pop-genius Shura. But for me the true gems of the entire ep are the last two tracks: “Embodiments,” a psychedelic electronic pop with an almost jazzy coda, and “Gazelle Rites,” which combines the moog sound by Annette Peacock with a touch of space-funky and world music.
2022 couldn’t have started any better.
versione italiana
Pensavo che Jenny Gillespie Mason avesse chiuso la sua etichetta Native Cat all’inizio del 2020, dopo aver pubblicato una manciata di album davvero notevoli, tra cui lo straordinario Both-And di Luke Temple. Speravo però che non avesse chiuso col suo progetto SIS e grazie al cielo, eccoli qua.
Gnani è un ep minimalista, ridotto all’osso, nel senso che i Sis qui non sono più il gruppo dei due album precedenti (Euphorbia e Gas Station), Gillespie qui fa quasi tutto da sola: ha ripescati alcune vecchie tastiere, le ha collegate a un Ableton, ha reclutato Doug Staurt e Brijean Murphy per fargli aggiungere un po’ di basso e percussioni, e nella cuccia confortevole della sua casa a Berkeley ha creato sei tracce di perfetto synth-pop leggermente psichedelico. Se Sis era una versione west-coastiana (leggi Beach Boys-iana) del sophistipop, Gnani è una versione anni ottanta del suono spazioso, fluido e caldo della West Coast.
La bellissima “Flowers in Space” ha un ritornello che pare uscito da qualche sessione di Pet Sound, ma ha un suono tutt’altro che vintage, o retrò, e è anzi arricchita da morbidi tocchi di synth e dall’elegante tappeto di percussioni di Brijean Murphy. “Light is There” è una variazione dell’art-pop decostruito di David Byrne e finisce per avvicinarsi al pop elettronico sexy e suadente del genio britannico del pop Shura. Ma per me le vere gemme dell’intero ep sono le ultime due tracce: “Embodiments”, un pop elettronico psichedelico con una coda quasi jazz, e “Gazelle Rites”, che fa sposare moog sound di Annette Peacock con un tocco di space-funky e world music.
Davvero il 2022 non poteva iniziare meglio.
listening wind 