I Landowner sono arrivati al terzo album — Escape the Compound —quarto se si considera il primo album Impressive Almanac, registrato dal solo Dan Shaw con chitarra e drum machine quando Landowner era ancora solo il moniker del progetto solista di un architetto paesaggista di Seattle appena trasferito a Holyoke in Massachussets. Il sound però c’era già tutto: chitarre pulite, precise e affilate, ritmi frenetici, testi declamati senza troppa enfasi. Mancava la solidità e la coesione di tutti gli elementi, arrivata quando a Dan Shaw si sono uniti il bassista Josh Owsley e il chitarrista Elliot Hughes (dai First Children, gruppo di orientamento heavy-noise) e il chitarrista Jeff Gilmartin e il batterista Josh Daniel (dagli Hot Dirt, combo math/prog/jazz, Josh Daniels è anche batterista nel terzetto avant-math-folk Editrix, della chitarrista pirotecnica Wendy Eisenberg).

Dopo il primo singolo “Witch Museum,” sorta di racconto horror basato su una serie di storie macabre del Massachussets, “Beyond the Darkened Library” si sposta verso le teorie complottiste e rispetto al resto del repertorio dei Landowner si fa quasi elettronica, avvicinandosi ai toni algidi degli Exek, o ricollegandosi alle prime produzioni casalinghe di Shaw con chitarra e drum machine. Per pochi minuti si abbandona il sound ormai classico dei Landowner, tra Shellac e le chitarre affilate, pulite e nervose dei primi Talking Heads (Shaw ha in passato citato gli Antelope come influenza), ma l’efficacia e la potenza comunicativa del gruppo resta intatta, anzi, si arricchisce di sfumature e nuovi temi.

Escape the Compound esce il 21 luglio per Born Yesterday Records (Dummy, Lifeguard, Stuck)